Nota storica
La Conferenza delle Corti costituzionali europee nasce nel 1970 per una iniziativa comune dei Presidenti delle Corti costituzionali di Austria,
Germania ed Italia (Antoniolli, Benda, Branca).
L'intesa tra i presidenti stabiliva che a rotazione ogni due anni si sarebbe svolta nelle città indicate dallo Stato della Corte
organizzatrice una Conferenza che avesse per tema uno o più argomenti di comune interesse.
In previsione dell'avvio di questa iniziativa anche la Corte costituzionale della Repubblica Socialista federativa di Jugoslavia
aderì al progetto ponendo, inoltre, la sua candidatura per lo svolgimento della prima conferenza.
Nella riunione che si tenne in Jugoslavia, le quattro corti fondatrici stabilirono che la "Conferenza delle Corti costituzionali europee"
sarebbe stata preceduta da una pre-conferenza nel paese organizzatore, nel corso della quale si dovevano definire: uno o più argomenti di comune interesse
prescelti per i lavori, l'elenco delle istituzioni da invitare, la pianificazione degli interventi dei relatori, i dettagli della organizzazione logistica.
Inoltre si stabiliva la ripartizione tra le quattro corti dei costi relativi alle traduzioni delle relazioni nazionali e delle traduzioni simultanee effettuate
durante i lavori della Conferenza.
Ogni paese, infatti, avrebbe presentato una relazione nazionale sull'argomento indicato in pre-conferenza e sarebbe stato designato dal
presidente della Corte organizzatrice un giudice costituzionale quale redattore della relazione generale nella quale venivano a confluire gli elementi
essenziali delle relazioni nazionali.
La prima Conferenza ebbe luogo a Dubrovnik nell'ottobre del 1972.
A partire dalla Conferenza svoltasi a Vienna nel 1978, che concludeva gli incontri promossi dalle quattro Corti fondatrici, fu stabilito di
ampliare il numero di membri a pieno titolo. Si dava così ad altre Corti la possibilità di partecipare alla Conferenza in maniera più attiva e a parità di
diritti con le Corti fondatrici. La Corte di nuova ammissione avrebbe inoltre provveduto ad organizzare la Conferenza nel proprio paese.
Così avvenne nel 1981 quando il Tribunale federale della Confederazione svizzera organizzò a Losanna la "V Conferenza delle Corti costituzionali europee".
A partire dalla V Conferenza la cadenza degli incontri divenne triennale. Con la stessa procedura, successivamente, vennero ammessi prima
il Tribunale Costituzionale spagnolo, che nel 1984 organizzò la VI Conferenza a Madrid, e poi il Tribunale costituzionale del Portogallo, che diede vita a
Lisbona alla VII Conferenza nel 1987.
Con la Conferenza di Lisbona si stabilì la possibilità di ammettere più di una Corte tra quelle che richiedevano di far parte a pieno titolo
della Conferenza e pertanto, come risulta dal comunicato finale dei lavori, venne decisa l'ammissione come nuovi membri a pieno titolo della Corte costituzionale
della Turchia, che avrebbe provveduto ad organizzare la VIII Conferenza, che si svolse ad Ankara nel 1990 e del Consiglio costituzionale della Repubblica francese,
che ebbe il compito di organizzare la IX Conferenza a Parigi nel 1993.
Le lingue ufficiali della Conferenza all'avvio dei lavori nei primi anni '70 erano l'italiano, il serbo-croato, il tedesco. Gli interventi
delle corti invitate potevano essere svolti in inglese e in francese. Successivamente venne aggiunto lo spagnolo.
Con la Conferenza di Parigi, a seguito della dissoluzione che era in corso della Repubblica socialista della Jugoslavia, venne esclusa la
lingua serbo-croata. Nella successiva pre-conferenza svoltasi a Budapest, preliminare della X Conferenza del 1996, venne proposta la riduzione delle lingue
ufficiali di lavoro al francese, inglese e tedesco.
Infine nell' XI Conferenza, svoltasi a Varsavia nel 1999, il
Circolo dei Presidenti, che, assunse formalmente questa denominazione,
sostituendo il tradizionale "Incontro dei Presidenti e dei Segretari generali
delle Corti costituzionali a pieno titolo" (che si teneva il
giorno precedente l'inizio dei lavori), stabilì che le lingue ufficiali dei
lavori sarebbero state il francese, l'inglese, il tedesco e il russo, con la
versione francese che prevaleva in caso di dubbio. I rapporti nazionali dei
partecipanti dovevano essere redatti nella lingua nazionale e nella lingua
inglese o francese. Il rapporto generale, infine, doveva essere redatto nella
lingua del paese organizzatore della Conferenza e nelle lingue inglese e francese.
Nel corso della stessa riunione venne approvato dal "Circolo dei Presidenti",
lo "Statuto della Conferenza delle Corti costituzionali europee".
(a cura di Maurizio Nevola)
Per ulteriori informazioni: https://www.confeuconstco.org/