Misure di prevenzione - In genere - Codice delle leggi antimafia - Provvedimento di confisca di beni patrimoniali divenuto irrevocabile precedentemente alla procedura esecutiva - Conseguente impossibilità, per i creditori , di agire per l'esecuzione forzata - Necessità di soddisfarsi nell'ambito del piano di pagamento predisposto dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata - Denunciata violazione del diritto all'effettività della tutela giurisdizionale e di difesa - Evocazione di parametro non pertinente - Difetto di rilevanza - Perplessità e insufficiente motivazione sulla non manifesta infondatezza - Inammissibilità delle questioni. (Classif. 156001).
Sono dichiarate inammissibili le questioni di legittimità costituzionale sollevate, in riferimento agli artt. 24 e 102 Cost., dal Giudice dell’esecuzione mobiliare del Tribunale di Palermo, sez. sesta civile, degli artt. 55 e 61 cod. antimafia, nella parte in cui, successivamente alla confisca definitiva, prevede che i creditori possano soddisfarsi nell’ambito del piano di pagamento predisposto dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L’evocato parametro dell’art. 102 Cost. non è pertinente rispetto alle censure sollevate, in quanto l’effettività della tutela giurisdizionale non viene posta in dubbio neppure dalla stessa ordinanza di rimessione. Con riguardo, poi, all’art. 24 Cost., la questione sollevata in ordine all’art. 61 cod. antimafia, che prevede un procedimento speciale di liquidazione a seguito della definitività della confisca di prevenzione, non è rilevante, in quanto la disposizione non è applicabile nel giudizio a quo; in ordine all’art. 55 cod. antimafia, invece, l’ordinanza presenta una motivazione insufficiente e perplessa quanto alla non manifesta infondatezza. Il rimettente si limita a richiamare il principio secondo cui la garanzia della tutela giurisdizionale include anche l’esecuzione forzata; tuttavia, non considera che il procedimento di prevenzione di cui all’art. 55 cod. antimafia non presuppone l’insolvenza del prevenuto, bensì la sua pericolosità, sicché vi è la diversa esigenza di verificare se, per i crediti coinvolti nella procedura di prevenzione, sussistano le condizioni perché la confisca non li pregiudichi e, quindi, possano essere soddisfatti – attraendo, in caso, anche i crediti prededucibili. Così facendo, il rimettente non sviluppa la sua censura focalizzandola sul procedimento di espropriazione forzata in corso, che è quello oggetto della sua cognizione dell’azione di opposizione all’esecuzione, ma devia verso il procedimento di liquidazione nella confisca di prevenzione, il quale non è rilevante nel giudizio principale. (Precedenti: S. 225/2023 - mass. 45883; S. 209/2023 - mass. 45849; S. 159/2023 - mass. 45663; S. 108/2023 - mass. 45533; S. 248/2022- mass. 45204; S. 140/2022- mass. 44837; S. 118/2022 - mass. 44817; S. 128/2021- mass. 43960; S. 123/2021- mass. 43987; S. 522/2002; S. 321/1998 - mass. 24090).