Giudizio costituzionale in via principale - Motivazione - Onere del ricorrente - Necessità di indicare le disposizioni impugnate e i parametri asseritamente violati, sostenuta da motivazione non meramente assertiva, sufficientemente chiara e completa (nel caso di specie: inammissibilità di questioni aventi a oggetto disposizioni urbanistiche della Regione Abruzzo, che dispongono la proroga del termine di previgenza di sottotetti, vani locali e accessori, per il loro recupero e utilizzo a fini abitativi, impugnate per asserita lesione dei principi fondamentali in materia di governo del territorio attraverso la violazione di standard urbanistici nazionali). (Classif. 113003).
L’esigenza di un’adeguata motivazione a fondamento dell’impugnazione si pone in termini ancora più rigorosi nei giudizi proposti in via principale rispetto a quelli instaurati in via incidentale, nei quali il ricorrente ha l’onere non soltanto di individuare le disposizioni impugnate e i parametri costituzionali di cui denuncia la violazione, ma anche quello di allegare, a sostegno delle questioni proposte, una motivazione non meramente assertiva, sufficientemente chiara e completa. (Precedenti: S. 142/24 - mass. 46257; S. 141/24 - mass. 46227; S. 133/2024 - mass. 46294; S. 123/24 - mass. 46325; S. 170/21 - mass. 44134; S. 20/21 - mass. 43600).
(Nel caso di specie, sono dichiarate inammissibili le questioni di legittimità costituzionale, promosse dal Governo in riferimento all’art. 117, terzo comma, Cost., per contrasto con i principi fondamentali della materia «governo del territorio», dell’art. 26, commi 20, lettera a, e 21, della legge reg. Abruzzo n. 4 del 2024, nella parte in cui prorogano al 31 dicembre 2022 il termine di previgenza per il recupero e l’utilizzo, a fini abitativi, di sottotetti, vani e locali accessori. L’asserzione del ricorrente che le disposizioni impugnate permettano, mediante interventi in deroga, la generalizzata possibilità di recupero del patrimonio edilizio esistente, indipendentemente dai parametri urbanistici e delle densità edilizie, si rivela apodittica, tra l’altro omettendo del tutto un’argomentazione, seppure sintetica, a sostegno dell’asserita deroga prodotta agli standard urbanistici, tanto più alla luce del complessivo sistema normativo regionale in cui le impugnate disposizioni si inseriscono).