Sentenza 78/2025 (ECLI:IT:COST:2025:78)
Massima numero 46818
Giudizio GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE IN VIA INCIDENTALE
Presidente AMOROSO  - Redattore VIGANÒ
Udienza Pubblica del  07/04/2025;  Decisione del  07/04/2025
Deposito del 03/06/2025; Pubblicazione in G. U. 04/06/2025
Massime associate alla pronuncia:


Titolo
Ordinamento penitenziario - In genere - Reclamo del detenuto avverso i provvedimenti del magistrato di sorveglianza - Termine - Adeguatezza della sua durata al fine di assicurare l'effettività del diritto di difesa e assicurare l'assistenza tecnica del difensore (nel caso di specie: illegittimità costituzionale in parte qua della disposizione che prevede che il termine per il reclamo del detenuto contro il provvedimento del magistrato di sorveglianza che decide sui permessi di necessità sia di ventiquattro ore dalla comunicazione, anziché di quindici giorni. Valutazione riservata al legislatore, tra l'altro, per l'eventuale rimodulazione dei termini anche per il PM). (Classif. 167001).

Testo

L’effettività del diritto di difesa è ingiustificatamente pregiudicata dall’apposizione di un termine breve rispetto alla necessità, per il detenuto interessato, di articolare compiutamente nel reclamo, a pena di inammissibilità, gli specifici motivi in fatto e in diritto sui quali il tribunale di sorveglianza dovrà esercitare il proprio controllo sulla decisione del primo giudice; ciò anche in ragione della oggettiva difficoltà, per il detenuto, di ottenere in un così breve lasso di tempo l’assistenza tecnica di un difensore, parte integrante del diritto di difesa. (Precedenti: S. 113/2020 - mass. 43326; S. 143/2013 - mass. 37157; S. 120/2002 - mass. 26875; S. 175/1996).

(Nel caso di specie, è dichiarato costituzionalmente illegittimo, per violazione dell’art. 24 Cost., l’art. 30-bis, terzo comma, ordin. penit. nella parte in cui prevede che il provvedimento relativo ai permessi di necessità è soggetto a reclamo, da parte del detenuto, entro ventiquattro ore dalla sua comunicazione, anziché entro quindici giorni. La brevità del termine lede l’effettività del diritto di difesa sia in ragione della difficoltà, per il detenuto, di ottenere in un così breve lasso di tempo l’assistenza tecnica di un difensore sia per la pratica impossibilità di ottenere entro tale termine copia di tutti i documenti acquisiti ex officio dal giudice che ha pronunciato il provvedimento. Il rimedio al vulnus riscontrato può essere assicurato dalla disciplina del reclamo giurisdizionale avverso le decisioni delle autorità penitenziarie che riguardano il detenuto, che fornisce un preciso punto di riferimento, già rinvenibile nel sistema legislativo ancorché non costituente l’unica soluzione costituzionalmente obbligata. Non muta, invece, il termine di ventiquattro ore per il reclamo da parte del PM, essendo la questione calibrata sull’esigenza di garantire il diritto di difesa del detenuto cui sia stata respinta l’istanza di permesso di necessità. Valuterà, in ogni caso, il legislatore se riconsiderare la complessiva disciplina, eventualmente ricalibrando per entrambe le parti i termini per l’impugnazione e la disciplina della sospensione dell’esecuzione del permesso nella loro pendenza, in modo che sia, comunque, consentito il pieno esplicarsi del diritto di difesa). (Precedenti: S. 37/2025 - mass. 46714; S. 31/2025 - mass. 46641; S. 46/2024 - mass. 46030; S. 113/2020 - mass. 43326; S. 242/2019 - mass. 40813; S. 99/2019 - mass. 42190; S. 40/2019 - mass. 42186; S. 233/2018; S. 222/2018 - mass. 40937; S. 236/2016 - mass. 39110).



Atti oggetto del giudizio

Parametri costituzionali

Costituzione  art. 24

Altri parametri e norme interposte