Sentenza 98/2023 (ECLI:IT:COST:2023:98)
Massima numero 45647
Giudizio GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE IN VIA INCIDENTALE
Presidente SCIARRA  - Redattore BARBERA
Udienza Pubblica del  05/04/2023;  Decisione del  05/04/2023
Deposito del 18/05/2023; Pubblicazione in G. U. 24/05/2023
Massime associate alla pronuncia:  45645  45646


Titolo
Eguaglianza (principio di) - In genere - Estensione, da parte del giudizio costituzionale, della disciplina derogatoria recata dal tertium comparationis - Condizione - Medesima ratio derogandi (nel caso di specie: illegittimità costituzionale di disposizione del codice dell'ordinamento militare nella parte in cui non contempla, accanto ai medici militari, anche gli psicologi militari tra i soggetti cui non sono applicabili le norme sulle incompatibilità inerenti l'esercizio delle attività libero professionali, in deroga al principio generale di esclusività della prestazione di lavoro in favore delle amministrazioni). (Classif. 092001).

Testo

La violazione del principio di eguaglianza non è invocabile quando la disposizione di legge di cui il rimettente chiede l’estensione si riveli derogatoria rispetto alla regola desumibile dal sistema normativo e, come tale, non sia estensibile ad altri casi, pena l’aggravamento anziché l’eliminazione dei difetti di incoerenza. (O. 231/2009 – mass. 33608; O. 344/2008; O. 178/2006 – mass. 30371; S. 206/2004 – mass. 28602; S. 383/1992 – mass.18676).

In presenza di norme generali e di norme derogatorie, la funzione del giudizio di legittimità costituzionale – che normalmente consiste nel ripristino della disciplina generale, ove ingiustificatamente derogata da quella particolare – può, in taluni casi, realizzarsi tramite l’estensione di quest’ultima ad altre fattispecie, purché ispirate alla medesima ratio derogandi. Il legislatore, una volta riconosciuta l’esigenza di un’eccezione rispetto a una normativa più generale, infatti, non può esimersi, in mancanza di un giustificato motivo, dal realizzarne integralmente la ratio, senza per ciò stesso peccare di irrazionalità. (Precedenti: S. 237/2020 – mass. 42820; S. 208/2019 – mass. 42925; S. 96/2008 – mass. 32266; S. 193/1997 – mass. 23381; S. 416/1996; S. 298/1994 – mass. 20969; O. 582/1988 – mass. 9249).

(Nel caso di specie, è dichiarato costituzionalmente illegittimo, per violazione dell’art. 3 Cost., l’art. 210, comma 1, cod. ordin. militare, nella parte in cui non contempla, accanto ai medici militari, anche gli psicologi militari tra i soggetti a cui, in deroga all’art. 894 del codice medesimo, non sono applicabili le norme sulle incompatibilità inerenti l’esercizio delle attività libero professionali, nonché le limitazioni previste dai contratti e dalle convenzioni con il Servizio sanitario nazionale. La disposizione censurata dal Consiglio di Stato, sez. seconda – che, in deroga al principio di esclusività del pubblico impiego e, in particolare, di quello militare, legittima la libera professione del personale sanitario militare, purché svolta al di fuori dell’orario e dell’impegno lavorativo e nel rispetto delle direttive impartite dall’amministrazione – viola il principio di uguaglianza poiché pone una limitazione soggettiva di tale facoltà in favore dei soli medici; la fattispecie degli psicologi militari risponde, infatti, alla medesima ratio derogandi e manca una giustificazione ragionevole e sufficiente a circoscrivere la norma censurata solamente ai primi).



Atti oggetto del giudizio

Parametri costituzionali

Costituzione  art. 3

Altri parametri e norme interposte