Catania

"È un piacere essere qui a discutere di un tema così importante", esordisce Francesco Priolo, rettore dell'Università degli Studi di Catania. Siamo in una sala gremita del dipartimento di Giurisprudenza, promotore dell'incontro del 26 novembre con il Presidente della Consulta Giorgio Lattanzi, a seguito della proiezione del film "Viaggio in Italia, la Corte costituzionale nelle carceri" di Fabio Cavalli. Studenti riuniti in un'aula per parlare di un altro luogo metaforico: "la Carta costituzionale", nelle parole del rettore, "dove vengono difesi i diritti di tutti i cittadini". Una conversazione fatta di parole, sì, ma anche di sentimenti, binomio catturato da Fabrizio Siracusano, professore associato di Diritto penitenziario: "La pellicola suscita forti emozioni e l'altro elemento fondamentale è quello della conoscenza". Obiettivo duplice, conoscere e ri-conoscere, del Viaggio nelle scuole e nelle carceri, spiega il Presidente Giorgio Lattanzi: "Si sente parlare di giovani svogliati, disimpegnati, disinteressati, ma la realtà è ben diversa". Come sul carcere:

"In genere lo si immagina come un altrove, ma non esiste estraneità tra noi e i detenuti". Questo il segreto, conclude, per passare dalla conoscenza reciproca alla comprensione reciproca. Questo il sentiero percorso anche con gli studenti, cui il Decano di Giurisprudenza Vincenzo Di Cataldo ribadisce, emozionato, "l'importanza che per tutti noi ha quella cosa complicata che chiamiamo insegnamento". E l'insegnamento può passare dal grande schermo: il professore associato di Diritto costituzionale Giancarlo Ferro descrive il film come "una limpida narrazione costituzionale" da cui "emerge una precisa idea di Costituzione". Idea che è "speranza" per Elisabetta Zito, direttrice della Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania, la speranza scelta e inclusa dalla nostra Carta costituzionale. Non è forse un caso, allora, che alla domanda dello studente di giurisprudenza Francesco Lanei, sulla possibilità che le recenti pronunce della Corte facciano da "volano culturale", il Presidente Giorgio Lattanzi risponda così: "Io lo spero".