Bruxelles

Istituto Italiano di Cultura

Silvana Sciarra
14 ottobre 2019

Diario di Viaggio

di Silvana Sciarra

Con il "Viaggio nelle carceri" la Corte costituzionale ha aperto una dirompente esperienza comunicativa, che è anche un ulteriore tentativo di aggiungere trasparenza e visibilità alla sua funzione. Nel film - come peraltro nella realtà del Viaggio in Italia nelle carceri, iniziativa avviata dalla Consulta nel 2018 e dalla quale prende il titolo la pellicola di Fabio Cavalli - la Corte è un viaggiatore curioso nella scoperta dei suoi interlocutori. I detenuti hanno preparato con cura gli incontri con i singoli giudici e hanno lasciato da parte il riserbo, per fare spazio all'immediatezza delle loro emozioni. In ogni singola occasione di incontro, le domande emergono nella loro urgenza, prive di artifici, pressanti e concrete. È su quelle domande che si concentra l'attenzione del pubblico e sono quelle domande che spesso ritornano nello scambio di impressioni che segue la proiezione del film. Così è accaduto anche a Bruxelles, dove il "Viaggio" ha fatto tappa, ospitato dall'Istituto italiano di cultura, con una delle sue "protagoniste", la giudice costituzionale Silvana Sciarra. Ad attenderli, un pubblico attento e molto coinvolto. Terminata la proiezione, la giudice Sciarra ha sottolineato più volte l'importanza di rendere accessibile il linguaggio della Corte: oltre a parlare con le sentenze, i giudici possono semplificare alcuni

passaggi argomentativi e leggere brani significativi di alcune decisioni, attirando l'attenzione su parole accattivanti. "Lo sforzo deve essere quello di inserire elementi di normalità in una comunicazione tecnicamente rigorosa. La Corte, a voler fare solo alcuni esempi, parla dei detenuti come 'persone umane'; del lavoro come 'redenzione'; parla dell'infermo di mente condannato come di una persona 'bisognosa di specifica protezione'; aggancia alla difesa della 'dignità' la ricerca della speranza per chi è privato della libertà". Ecco dunque, ha fatto osservare Sciarra, che "la comunicazione diviene visibilità dei diritti, attraverso una lingua semplice". Così come nei singoli incontri con i detenuti, in particolare nel rispondere alle loro domande, anche durante il "viaggio del Viaggio" serve alleggerire i toni comunicativi e avvicinare l'istituzione a chi va ad ascoltarla o a dialogare con essa. "Mi è sembrato che questo dialogo si sia instaurato con naturalezza a Bruxelles - ha affermato la giudice - grazie anche all'atmosfera molto informale e accogliente creata dal Direttore dell'Istituto Paolo Sabbatini e all'efficienza delle sue collaboratrici Sonia Fontana e Irene Fici".



Estratto della presentazione della giudice Sciarra alla proiezione del film all'Istituto italiano di Cultura di Bruxelles



Estratto dell'intervento della giudice Sciarra al dibattito dopo la proiezione del film all'Istituto italiano di Cultura di Bruxelles