Roma
Rebibbia Casa circondariale Raffaele Cinotti
4 ottobre 2018
Diario di Viaggio
Dopo le Scuole, le Carceri. L'8 maggio scorso, la Corte costituzionale ha deciso, all'unanimità, di estendere il "Viaggio in Italia" ad altre realtà sociali e di cominciare dal Carcere, luogo solitamente rimosso, se non cancellato, nell'immaginario collettivo sebbene rappresenti un pezzo di Paese, "popolato" da persone che, pur private della libertà (per lo piú temporaneamente), hanno gli stessi diritti e doveri dei "liberi". Come per le Scuole, anche il "Viaggio nelle carceri" é un fatto storico senza precedenti nella storia della Corte costituzionale. E in continuità con il "Viaggio nelle scuole", risponde anzitutto all'esigenza di aprire sempre di piú l'istituzione alla società e di incontrarla fisicamente per far conoscere la Costituzione e la Corte costituzionale (la cui esistenza é ignorata dall'85% degli italiani), contribuendo cosí a radicare, anche attraverso il confronto con gli interlocutori, una solida "mentalità costituzionale", presupposto indispensabile del nostro "stare insieme" e di qualunque progetto per un futuro di equità e giustizia. Nella consapevolezza che la legalità costituzionale é, per chiunque, una straordinaria garanzia e al tempo stesso un ineludibile limite.
Inoltre, attraversando fisicamente i simboli della separazione, dell'esclusione, della marginalità, i giudici della Corte vogliono anche testimoniare che "la Costituzione appartiene a tutti", in particolare alle persone piú vulnerabili. La "cittadinanza costituzionale", quindi, non conosce muri nè distinzioni tra italiani e stranieri. "Mai piú un carcere cimitero dei vivi", giurarono i padri costituenti, che durante il ventennio fascista avevano conosciuto la mortificazione del "carcere-cimitero": da quel giuramento é nato l'articolo 27 della Costituzione, che finalizza le pene alla "rieducazione" del condannato, anche mediante la progressiva apertura del Carcere all'esterno e il pieno rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti. Un Carcere "umano", dunque. Un "dentro" operoso che guarda continuamente al "fuori", e viceversa. Un "servizio" che lo Stato deve garantire ai detenuti e alla collettività, nel pieno rispetto della legalità costituzionale e dell'interesse alla sicurezza collettiva. Non un luogo in cui si finisce, ma da cui si ricomincia.
Dettagli
- Il Presidente Giorgio Lattanzi e i Giudici Marta Cartabia, Giancarlo Coraggio, Giuliano Amato, Silvana Sciarra, Daria de Pretis, Franco Modugno, Giovanni Amoroso, Francesco Viganó, Luca Antonini hanno incontrato i detenuti e le detenute del carcere di Rebibbia, nell'ambito del progetto "Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri". Dopo la Lezione del Presidente, i Giudici hanno risposto alle domande che i detenuti hanno rivolto loro sui temi della giustizia e della legalitá. Erano presenti tra gli altri il Sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, il Capo del Dap Francesco Basentini, il Capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunitá Gemma Tuccillo, il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma.
Il Giudice reporter
La cronaca e il senso degli incontri con i detenuti raccontati direttamente dai Giudici costituzionali.